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Nell’immenso catalogo di albi illustrati, la strategia scelta da molti illustratori di lavorare in bicromia, con un gioco di “Nero più un colore”, é nota e piacevolmente familiare. Nero più Giallo, Nero piú Arancio, Nero piú Verde ecc. ecc. (Parliamo ora di bicromia semplificando in realtà le cose e in qualche modo ignorando, pur volendogli molto bene, il colore Bianco, che fa spesso da fondo della pagina ed é un colore a tutti gli effetti.) Nell’albo che vi presentiamo oggi, un classico di Crockett Johnson edito da camelozampa, “HAROLD E LA MATITA VIOLA“, il gioco della bicromia scelto dall’autore, presenta un accostamento inusuale: Nero più Viola.
Inusuale perché il Viola é un colore forse un po’ ostico, non l’immediato colore che sceglieremmo quotidianamente da indossare, per dipingere una parete di casa o per imballare un pacco regalo. É, soprattutto, un colore freddo, che pertanto non crea uno stacco d’impatto con il Nero a cui viene accostato.
“COLORAMA”, campionario cromatico edito da L’ippocampo edizioni, ci racconta addirittura che nel Medioevo il colore Viola era considerato una sottospecie di Nero (subniger), a ulteriore conferma di quanto sia inusuale questo abbinamento.
A ben guardare il colore della matita impugnata come una spada dell’intraprendente Harold, che inventa il suo universo a piacimento disegnandolo e attraversandolo da sé, non senza inserirvi ostacoli ed elementi paurosi (quale bambino non ha bisogno di avere un pó di paura?…), come un drago di cui lui stesso si spaventa, é i realtà più verosimilmente un colore declinazione del Viola, ovvero un Fucsia.
Ed ecco che “COLORAMA” ci svela un dettaglio interessante: il nome del colore Fucsia, fa riferimento all’omonimo fiore scoperto nel 1600 nell’isola di Santo Domingo dal botanico esploratore francese Charles Plumier, che lo volle così battezzare in onore di Leonhart Fuchs, uno dei padri tedeschi della botanica, che tanto ammirava.
Harold e Plumier, avventurieri ed esploratori di mondi reali e immaginari, non hanno posto limite alla loro intraprendenza, creando il loro personale ed originale pezzetto di storia.