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Mercoledì 13 marzo 2019, con grande emozione, abbiamo accolto le signore Andra e Tatiana Bucci, testimoni di una storia straordinaria e commovente, che le ha viste deportate a 4 e 6 anni nel campo di concentramento di Auschwitz insieme alla madre.

Ci ha aiutato a presentarle Simon Levis Sullam, professore associato in storia contemporanea all’Università Ca’ Foscari.

Il loro racconto, seguito con attenzione e incredulità da tanti adulti e bambini, ha coinvolto tutti facendoci rivivere paure e orrori di una condizione degradante e inumana, tanto difficile da immaginare, quanto importante da conoscere e ricordare.

La legge di Auschwitz prevedeva l’uccisione all’arrivo per le donne con i bambini e per chi avesse più di sessanta anni e meno di quindici: quella stessa notte madre e figlie furono separate.

Le bambine probabilmente vennero scambiate per gemelle perché praticamente identiche, nonostante la loro differente età e, con il cuginetto Sergio, furono indirizzate nel Kinderblock, la baracca dei bambini destinati agli esperimenti del dottor Josef Mengele.

La madre fu mandata in una baracca poco distante da quella dei bambini e raramente e con grande pericolo riuscivano a incontrarsi.

Ogni volta che le andava a visitare ripeteva loro di non dimenticare i loro nomi: questa raccomandazione fu di grande aiuto alle due bambine anche una volta uscite dal campo per poter ricongiungersi ai loro famigliari.

Infatti la loro è una delle rare storie a lieto fine.

Si stima infatti che vennero deportati nel campo di Auschwitz-Birkenau almeno 230.000 bambini ebrei provenienti da tutti i paesi dell’Europa occupata. La loro sopravvivenza è sempre legata a circostanze e condizioni del tutto eccezionali

Il 27 gennaio 1945, quando i sovietici arrivarono ad Auschwitz, erano in vita solo 650 bambini di varie nazionalità, di cui meno di 50 erano di età inferiore ai 10 anni.

Tra questi sopravvissuti vi erano Andra e Tatiana. Mentre il piccolo Sergio ebbe una tragica fine.

“Noi, bambine ad Auscwitz” di Andra e Tataiana Bucci, Mondadori 2019.