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Il progetto di Libri Finti Clandestini nasce da un singolare collettivo formato dagli artisti El Pacino (Milano, 1988), Aniv Delarev (Pueblo Nuevo Solistahuacán, 1980) e Yghor Kowalvsky (Petropavlovsk-Kamchatsky, 1985), che attraverso un paziente lavoro di recupero di carta dalla provenienza più disparata e considerata ‘di scarto’, realizzano dei meravigliosi quaderni, poster, diari, pop-up, libri e taccuini.

Abbiamo la fortuna di parlarne con Sebastiano, alias El Pacino.
A seguire, la nostra breve intervista.

libreria sullaluna Venezia
libri finti clandestini
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1) Giocando con le parole potremmo dire che il vostro è un collettivo davvero singolare: El Pacino, Aniv Delarev e Yghor Kowalvsky: come vi siete conosciuti e com’è nata questa avventura?
Dunque, Libri Finti Clandestini è un progetto editoriale sperimentale nell’ambito del riciclo, in relazione all’editoria e al design, il cui scopo è quello di realizzare veri e propri libri (sketchbook, taccuini, diari di viaggio, libri oggetto e chi più ne ha ne metta) usando solamente “carta trovata in giro”.

Andando a ritroso nel tempo, il progetto LFC nasce come scommessa durante un Erasmus a Rotterdam nel 2010, e da allora si é sempre basato sulle passioni dei membri fondatori del collettivo (Aniv Delarev, El Pacino, Yghor Kowalvsky) quali editoria e libri oggetto, grafica, attenzione all’ambiente e al “riuso di quello che c’è gia”, concetto alla base della filosofia della decrescita.

Sviluppatosi poi nel 2013 tra Roma e Milano attraverso collaborazioni con illustratori, stampatori e artisti, il progetto è diventato in qualche anno una concreta realtà nel panorama delle autoproduzioni indipendenti, venendo distribuito in un centinaio di librerie e negozi tra Europa, America e Asia.

L’obiettivo del progetto LFC è dare vita a qualcosa di utile, ben fatto, originale, sfruttando appunto quella “carta trovata in giro” a cui si accennava prima, che la gente considera spazzatura: si potrebbero elencare scarti di tipografie, prove di stampa e carte di avviamento, sacchetti della spesa, poster, buste, sacchetti del pane, persino carta da parati.

Tutte le produzioni LFC si basano infatti  sul riutilizzo di scarti cartacei provenienti ai luoghi più disparati: laboratori di stampa, fabbriche abbandonate in giro per l’Europa, università, biblioteche e magazzini, festival, case di amici…

La carta, una volta recuperata, viene dunque pazientemente assemblata e rilegata a mano, trasformata in quaderni, sketchbooks, notebooks o libri con copertina rigida pronti per essere disegnati, scritti o per assumere qualsiasi altro significato il possessore voglia dargli o in piccole edizioni di libri pop up che hanno come soggetto dei personaggi provenienti da un’immaginario di fine ‘800 / inizio ‘900 (nella pratica trovati in vecchie enciclopedie, libri o, banalmente, su internet) che prendono vita all’apertura delle pagine attraverso meccanismi di taglio/piega.

2) Da cosa deriva la scelta di non apparire mai in volto? Mi chiedevo anche se ognuno è una maschera specifica (zebra, papera e passamontagna) o sono intercambiabili?
E’ un po’ una scelta ironica, un po’ una sorta di azione fatta per “nascondersi per essere più in vista”, in questo mondo in cui ogni giorno nascono nuovi progetti e bisogna cercare di emergere! Diciamo che sono intercambiabili, uno per tutti, tutti per uno!

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3) Hai voglia di raccontarci cosa si vive ad entrare in una fabbrica/laboratorio di stampa in disuso e scoprire carte, libri, appunti e chissà quali altri oggetti. In che modo procedete? E la pandemia ha modificato il vostro modo di operare? Quali sfide avete dovuto affrontare? 
Dunque, il progetto delle esplorazioni è uno dei progetti a cui teniamo di più; nasce molto tempo fa, ma si concretizza nel periodo appena post-covid. Nel senso che in un periodo in cui le nostre solite attività (workshop, fiere, eventi…) erano tutte annullate e rinviate, abbiamo avuto molto tempo a disposizione; quindi ci siam chiesti come potessimo usare questo tempo in maniera prolifica. Abbiamo dato il via perciò a una serie di nuove attività (ricerca, catalogazione/archivio, esperimenti…), modificando le nostre abitudini.

Durante queste esplorazioni si prova un mix di felicità (per il ritrovamento) e nostalgia/tristezza (nel vedere un posto lasciato cosi). Quindi il nostro obiettivo è quello di tentare di salvare queste cose che troviamo, che altrimenti andrebbero perdute. 

Finora abbiamo visitato una cinquantina di posti, molti nel Nord Italia, altri in Europa. Per la ricerca, i veri fautori sono gli amici di Spazienne.

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4) Tra i viaggi documentati anche sui social e sul web, ce n’è uno che ha lasciato un segno particolarmente indelebile? 
Ce ne sarebbero un po’ da raccontare! Dunque, uno dei bottini più esaltanti è stato il ritrovamento di una serie di libri di chimica/tessuti/macchinari tessili (una sorta di piccola “biblioteca”) all’interno di una fabbrica abbandonata nel nord Italia… un tesoro incredibile! Qui c’è un resoconto di quell’esplorazione.


5) Ho amato molto vedere le visite alle tipografie private, soprattutto in Giappone, avete scoperto e -perché no- adottato tecniche di lavorazione diverse?
Si, è stato molto affascinante trovare questo diverso ambiente e modo di vedere le cose. Ci ha ispirati per nuovi lavori.Più che per la tecnica è stato molto utile come ispirazione per il contenuto di nuovi progetti: dalla forma di un libro fino alla scelta di nuovi caratteri tiporafici scoperti!

6) Siete diventati molto popolari e amati a livello internazionale. La vostra riflessione sul riciclo e la decrescita rende tangibile il potere di trasformazione insito nella creatività. I quaderni, gli sketchbooks, i pop-up…. sono eleganti e raffinati. Come nascono le collezioni? Quanto tempo richiede crearle? 
Tutto il processo di creazione  si basa completamente su tecniche analogiche e manuali, dall’assemblaggio al ritaglio, dall’incollaggio fino alla rilegatura; ma, in tutto questo, non c’è da sottovalutare l’impiego della “tecnologia” nel progetto LFC: nel senso che (soprattutto per comunicare, pubblicizzare) si dedica molto tempo alla realizzazione di foto/video (poi modificati e editati con Photoshop e programmi di montaggio) per documentare il tutto e valorizzare i prodotti.

Per esempio curando video in stop motion che fanno vedere lo sfogliare delle pagine di un libro o fotografie macro di libri per gustarne i particolari..

Le collezioni nascono dal mix di passioni di editoria e riuso; per la forma; per il contenuto, varie suggestioni sono provenute (e provengono) da diverse fonti: fotografie e fotografi, romanzi, cartine geografiche e viaggi, film ed epiche partite di calcio, mercatini dell’usato e semplici letture di libri.

Il tempo dipende dal progetto direi. Per un semplice sketchbook può bastare qualche ora; per un pop up complesso… possono non bastare mesi!

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8) Hai voglia di condividere con noi i vostri progetti e auspici per il futuro?
Una cosa a cui stiamo lavorando da qualche mese insieme agli amici di 5X Letterpress e Spazienne, è un progetto (accennato prima) che si basa sulla parola tedesca “Ruinenlust” (cioè il sentimento che si prova di fronte a luoghi diroccati e antiche rovine, vestigia del passato che ci ricordano l’inesorabile e malinconico scorrere del tempo), dedicato alle esplorazioni di spazi abbandonati in cerca di materiale da riutilizzare (quindi in linea con tutta la nostra filosofia del riuso); per questo vorremmo creare una piccola edizione in tiratura limitata di alcuni libri che descrivono bene questa nostra ricerca e fanno capire lo spirito che c’è dietro.

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libri finti clandestini
Photo courtesy of LFC

Ringraziamo moltissimo Sebastiano per il tempo che ci ha dedicato e vi aspettiamo in libreria dove potete trovare una magnifica selezione di quaderni con copertina morbida o rigida, i bellissimi Libri Finti Clandestini.

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